Malattia di Alzheimer: i segni motori preannunciano esiti non-favorevoli


Ricercatori del Columbia University Medical Center hanno valutato se la presenza di segni motori avesse un valore predittivo di importanti esiti nella malattia di Alzheimer.

Sono stati arruolati 533 pazienti con malattia di Alzheimer allo stadio precoce ( punteggio medio alla Folstein Mini-Mental State Examination [ MMSE] 21/30 all’ingresso ) e sono stati tenuti sotto osservazione a cadenza semestrale fino a 13.1 anni ( media: 3 ) presso centri universitari per la malattia di Alzheimer negli Stati Uniti ed in Europa.

I quattro outcome erano così rappresentati:

- endpoint cognitivo: pari o inferiore a 20/57 alla Columbia Mini-Mental State Examination [ equivalente a MMSE pari o inferiore a 10/30] ;

- endpoint funzionale: pari o superiore a 10 alla Blessed Dementia Rating Scale ( BDRS );

- indice equivalente di istituzionalizzazione;

- morte.

Il 39% dei partecipanti ha raggiunto l’endpoint cognitivo, il 41% quello funzionale, il 54% quello di istituzionalizzazione ed il 47% quello di mortalità.

Segni di tipo motorio sono stati riscontrati nel 14% dei casi al basale e nel 45% ad ogni visita.
La loro presenza era correlata all’incremento del rischio per il declino cognitivo ( RR = 1.72 ), il declino funzionale ( RR = 1.80 ), l’istituzionalizzazione ( RR = 1.68 ) e per la mortalità ( RR = 1.38 ).

Il tremore è risultato associato all’incremento del rischio per l’endpoint cognitivo e la bradicinesia per l’endpoint funzionale.

Le anomalie posturali e di andatura erano invece correlate ad un incremento del rischio per l’istituzionalizzazione e la mortalità.

Dai risultati ottenuti è emerso che i segni motori preannunciano il declino cognitivo e funzionale , l’istituzionalizzazione e la mortalità nella malattia di Alzheimer.( Xagena_2005 )

Scarmeas N et al, Neurology, 2005; 64: 1697-1703



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