Il Naprossene e Rofecoxib non rallentano il declino cognitivo nei pazienti con forma lieve-moderata della malattia di Alzheimer


E' stato ipotizzato che i meccanismi infiammatori contribuiscano al danno neuronale nella malattia di Alzheimer.

I Ricercatori dell'Alzheimer's Disease Cooperative Study hanno voluto verificare se il trattamento con un inibitore Cox-2, Rofecoxib ( Rofecoxib ), o con un tradizionale antinfiammatorio non-steroideo ( FANS ), Naprossene ( Synflex ), potesse rallentare il declino cognitivo nei pazienti con malattia di Alzheimer lieve-moderata.

Sono stati reclutati tra il dicembre 1999 ed il novembre 2000 , 351 partecipanti con malattia di Alzheimer lieve-moderata ( punteggio al Mini-Mental State Examination compreso tra 13 e 26 ).

Sono stati esclusi i pazienti con evidenti malattie infiammatorie.

E' stato permesso l'uso stabile di inibitori della colinesterasi, estrogeni, Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ) a basso dosaggio e vitamina E.
I pazienti sono stati randomizzati a ricevere Rofecoxib ( 25 mg/die ), Naprossene ( 220 mg/b.i.d.) o placebo.

L'outcome primario era rappresentato dalla variazione ad 1 anno del punteggio dell'Alzheimer Disease Assessment Scale - Cognitive ( ADAS-Cog )

I cambiamenti ad 1 anno nei punteggi ADAS-Cog tra i pazienti trattati con Naprossene (5,8), Rofecoxib (7,6) non sono risultati significativamente differenti da quelli dei pazienti nel gruppo placebo (5,7).

E' stata osservata una maggiore incidenza di gravi reazioni avverse tra i pazienti trattati con gli antinfiammatori rispetto ai pazienti del gruppo placebo.
Di comune riscontro nei gruppi di trattamento attivo, senso di stanchezza, capogiri ed ipertensione.

I risultati di questo studio indicano che il Rofecoxib o il Naprossene a basso dosaggio non rallentano il declino cognitivo nei pazienti con malattia di Alzheimer leve-moderata. ( Xagena 2003 )

Aisen PS et al, JAMA 2003; 289 :2819-2826






XagenaFarmaci_2003